Sono appena tornata da un meraviglioso viaggio in India effettuato col tour operator Go4all, col quale collaboro da ormai quattro anni. Ho accompagnato un piccolo gruppo di persone affette da disabilità e nonostante il tour sia andato benissimo, (fortunatamente non c’è stato nessun imprevisto, cosa non rara in questo Paese), il rientro è stato a dir poco angosciante.
Avevamo il volo di ritorno alle 3.05 del mattino dall‘aeroporto internazionale Indira Gandhi di New Delhi. Dopo una lunga giornata di visite e trasferimenti tutto il gruppo era già abbastanza provato tanto che non vedevamo l’ora di arrivare in aeroporto per rilassarci un attimo. Appena scesi dal van ci è venuta incontro l’assistenza aeroportuale comunicandoci che avremmo dovuto immediatamente sostituire la nostra sedia a rotelle con una standard data in dotazione da loro in quanto la nostra non era concessa nell’area di transito aeroportuale. Al check in, una ragazza del mio gruppo in sedia a rotelle come me, riferisce all’addetta dietro al banco che lei avrebbe effettuato il check in all’ultimo momento per stare sulla sua sedia il più tempo possibile. Dovete sapere che per noi paraplegici cambia tantissimo il fatto di avere la nostra carrozzina piuttosto che una enorme e scomoda che, oltre a procurarci mal di schiena, fatichiamo a spostare manualmente anche solo per andare in bagno. Fino a qui va tutto liscio tanto che si convincono a lasciarci la nostra sedia personale fino alla porta dell’aereo.
Il problema è stato imbarcare il ruotino elettrico. No, non pensate alla batteria, per quella stranamente non hanno fatto storie. Non volevano imbarcarci il nostro propulsore, ne avevamo due, senza che venisse imballato a nostre spese. Pagare 400 rupie per stivarlo sarebbe stato il meno dei mali, se non che ci hanno lasciate per due ore e mezza (si, avete letto bene) prima di passare il metal detector. A fare? Un bel nulla! Noi stanche morte e loro in balia dei nostri ruotini non sapendo cosa fossero e come fare ad impacchettarli. A nulla è servito chiamare un responsabile, il tempo è trascorso lentamente ed inesorabile e non abbiamo potuto fare nulla se non alzare la voce!
Stremate dalle litigate col personale, dopo due ore e mezza dal nostro arrivo in aeroporto, abbiamo passato i controlli del metal detector e siamo riuscite al pelo ad andare in bagno prima dell’imbarco (dopo aver sigillato il ruotino con la carta trasparente come si è soliti fare per le valigie, e pagato le 400 rupie a testa). Non è concepibile trattare delle persone, disabili o non, in questo modo vergognoso, neanche fossimo state assassine o ricercate! Credetemi, non è stato possibile agire in nessun altro modo, avevamo un muro davanti a noi!
Finalmente riusciamo ad imbarcarci… Ma prima di attraversare il finger viene fermata un’altra persona del mio gruppo che, come tutti noi del resto, aveva già imbarcato il suo bagaglio al check in. Qui le dicono che in valigia ha un dispositivo elettrico che non è consentito portare… Trattasi della power-bank per ricaricare la batteria del cellulare. Un’assistente l’ha riaccompagnata al check in, mentre noi venivamo caricate in aereo, e le ha fatto togliere la power-bank dalla valigia… Ma non è finita qui! Avrebbe dovuto rifare tutti i controlli per portarla con se nel bagaglio a mano. Ma lei non aveva più tempo, dato che l’imbarco era già iniziato da tempo… Risultato? L’ha dovuta buttare! Tenete presente che tutti gli altri l’avevano nello zaino a mano e nessuno ha fatto storie al metal detector.
Tutto questo per mettervi in guardia… Se volate da Delhi con un propulsore elettrico armatevi di pazienza e portate con voi i guantoni da box:)
