Ottobre 2016
Domenica 16 Ottobre ho visitato la Certosa di Pavia, complesso monumentale storico che comprende un monastero e un santuario. Da Lecco, in macchina, si raggiunge in circa un’ora e mezza. Data la vicinanza alla città dove vivo mi sono chiesta come mai non ci fossi mai andata. Spesse volte, la maggior parte per quanto mi riguarda, si tende ad andare lontano per conoscere bellezze che invece sorgono anche attorno a noi.
Erano le nove del mattino di una domenica dal tempo pigro. Il sole faceva appena capolino dalle nuvole, e la Certosa era avvolta in una coltre di nebbia che la rendeva ancora più affascinante. La sola fotografia che ho scattato è stata quella alla facciata del complesso, dopodichè è stato proibito fotografare sia internamente che esternamente.
Oggi, all’interno del monastero, vivono solo sei monaci cirstencensi. Con uno di loro, i miei amici ed io, abbiamo effettuato la visita guidata. Partendo dalla Chiesa abbiamo proseguito per l’abside, l’oratorio, il refettorio e i due chiostri esterni. In quello più grande vi sono le loro celle, fredde in tutti i sensi. E’ solo il mio parere personale, ma trovo la loro vita piuttosto insulsa. Quando non pregano sono reclusi nelle loro celle, sono obbligati ad osservare il silenzio e a mangiare da soli, tranne la domenica e le festività. Se non fosse per le visite guidate, definirei la loro vita “di clausura”.
L’entrata alla Certosa di Pavia è gratuita, ma è gradita un’offerta dopo la visita per coprire, almeno in parte, le spese di gestione. Le visite guidate avvengono la mattina dalle 9 alle 11.30 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30. Questi orari sono in voga da 200 anni e il Demanio, al quale appartiene il complesso, non ha mai chiesto o dato ordine di cambiarli. Tutti i visitatori sono pregati di stare in silenzio e di rispettare gli orari delle visite. I monaci sono molto severi in questo e tendono a richiamare i birichini che chiacchierano sottovoce o che tentano di scattare fotografie.
Questo capolavoro artistico voluto da Gian Galeazzo Visconti potrebbe attirare centinaia di migliaia di turisti, invece pare non siano in moltissimi a visitarla, preferendo di gran lunga il Castello Sforzesco di Milano.
ACCESSIBILITA’ IN SEDIA A ROTELLE: il complesso è interamente pianeggiante, ma ci si imbatte in qualche gradino tra una stanza e l’altra del santuario e del monastero.
Prima di lasciare il complesso, visitate il loro piccolo “shop” dove vendono miele, tisane e caramelle di loro produzione. Anche in questo modo si può aiutare i monaci a proseguire la loro vita ed a gestire alcune spese.
Consiglio la visita alla Certosa di Pavia per la sua maestosità, per la sua storia e per entrare in contatto con un mondo a noi sconosciuto e totalmente diverso dal nostro.
Che ne pensi? Non è meravigliosa?