25 Febbraio 2018
Viaggio in Argentina e Patagonia di due settimane: Buenos Aires, Penisola di Valdés, Ushuaia, El Calafate, Iguazù.
Da El Calafate ho volato a Iguazù (via Buenos Aires). Le cascate di Uguazù sono state l’ultima tappa del mio viaggio in Argentina e Patagonia.
Qual’è il lato migliore per vederle? Argentino o brasiliano? Questa è la domanda che si fanno tutti prima di recarsi a Iguazù. I pareri sono discordanti… La mia risposta è: “Sono da vedere entrambi!”
In Argentina la cascate sono situate nella provincia di Misiones, mentre in Brasile in quella di Paranà. Sono separate dal fiume Iguazù e sono una delle sette meraviglie del mondo naturale! Non è difficile capire il perché… Sono il paradiso sulla terra, un vero e proprio EDEN dove immergersi per assaporare al meglio le bellezze che la natura offre!
Inizio dal lato argentino. L’entrata è gratuita per il disabile e per l’accompagnatore ma bisogna avere con se il certificato di disabilità. Una volta superata l’entrata si trovano bagni per disabili e bar accessibili in carrozzina. Vi sono tre percorsi, tutti privi di barriere architettoniche e facilmente percorribili con la sedia a rotelle. Il circuito inferiore, da dove si vedono le cascate dal basso e da dove le si può ammirare in tutta la loro maestosità, quello superiore, da dove le si vede dall’alto, e l’ultimo percorso che porta alla Garganta del Diablo, la cascata più bella e più maestosa di tutte! Il giro in barca invece è vietato ai disabili e a tutte le persone che hanno problemi alla colonna vertebrale. Ci si impiega circa sei/sette ore a percorrere i tre circuiti, ma il tempo sembra volare in questo luogo paradisiaco dove il rumore più forte è dato solo dall’acqua che scende ininterrotta tra il verde rigoglioso.
Come ci si sposta da un circuito all’altro? C’è un trenino, incluso nel prezzo dell’entrata del parco, che conduce ai vari percorsi. Fortunatamente è stato reso accessibile alle carrozzine e si può salire in completa autonomia.
Lato brasiliano: il disabile e l’accompagnatore pagano l’intero biglietto. I percorsi sono due e sono più brevi rispetto a quelli del lato argentino, ma io ho apprezzato le cascate anche da questa parte. Il circuito più lungo ti porta direttamente sotto ad una immensa cascata, quindi bisogna prestare attenzione ai cellulari e alle macchine fotografiche. Ma è davvero emozionante uscire tutti bagnati come dei pulcini. Si accede all’inizio del percorso tramite un ascensore e vi sono bagni per disabili. Prendendo un pullman (con pedana) che gira all’interno del parco si accede al percorso più breve, quello superiore. E’ accessibile solo in parte, dopodiché iniziano le scale. Sempre in bus si torna all’entrata del parco. Da questo punto partono diversi pullman, quasi tutti sono stati resi accessibili con la rampa.
Purtroppo il mio viaggio termina qui. Le cascate sono state la ciliegina sulla torta di un viaggio stupendo che mi porterò per sempre nel cuore!